Celtic: l’Old Firm si vive con passione anche in Italia

Di seguito vi proponiamo l’intervista del presidente Alessandro Boretti rilasciata al blog (www.barcalcio.net) che racconta di calcio, sport e storie relative al mondo dei tifosi.


Con Alessandro Boretti, presidente del branch italiano The Italian Celts Csc, il club che tifa per i biancoverdi di Glasgow, Barcalcio si apre alla Scozia: non si considereranno mai fratelli e nemmeno parenti fra di loro, scozzesi ed inglesi, e questo non-amore si è espresso recentemente anche con Brexit.

Ma il calcio sa unire i popoli e rappresenta, a volte, un elemento per discuterne in santa pace, magari davanti ad un birra. Ecco allora l’intervista con il presidente del club che rappresenta centinaia di fans sparsi per tutta Italia e chissà che qualcuno non si aggiunga alla cerchia dopo aver letto il post.

Come nasce il club e come viene presto diffusa la fama.

Il club con il nome attuale nasce per l’ostinazione di un paio di amici che vogliono a tutti i costi suggellare l’amicizia e rendere pubblica la nostra passione per i bhoys. Dopo un tira e molla durato qualche mese, finalmente il club diventa ufficiale il 5 settembre 2007, il giorno dell’anniversario del decesso di John Thompson, portiere dei bhoys che trova la morte per un colpo accidentale subìto in una disperata uscita in un Old Firm giocato ad Ibrox nel 1931. Per la storia, questo club è comunque la prosecuzione del primo nato in Italia nel settembre del 1990, e iscritto anche allora ufficialmente all’associazione dei club del Celtic (CSA) con il nome di Packie Bonner n. 1 Csc. Dopo alcuni anni cambiammo il nome che divenne The Italian Bhoys, e quindi l’attuale ha il suo nome ben codificato. La diffusione avviene attraverso le gare che il Celtic giocò in Italia per la Champions e con l’avvento dei social; come Italian Bhoys avevamo un blog in primis, che però non era frequentato (forse eravamo troppo avanti noi….) e una fanzine cartacea (cosa rara in Italia, ma ben radicata oltre Manica). Poi l’avvento dei Forum e di Facebook ci ha aiutato a farci conoscere.

Come seguite le vicende del club seppure siate sparsi per la Penisola.

In questo caso la passione ha giocato un ruolo determinante; a dir la verità non pensavo di trovare così tanti appassionati, pazzi come me (qualcuno va anche oltre) per questo club. Annualmente ci troviamo in varie sedi in occasione di gare particolari, ma abbiamo finora sempre organizzato un meeting annuale in quel di Barga, paesino della Garfagnana in provincia di Lucca, che si può definire la casa italiana degli scozzesi, ma soprattutto dei tifosi del Celtic.

Quale giocatore che milita nella Serie A italiana vedreste bene con la maglia del vostro club.

Difficile dire quale calciatore potrebbe fare al caso nostro. Il calcio scozzese è tecnicamente più povero di quello italiano, ma conserva un grosso spirito di appartenenza ed un’atmosfera di agonismo che difficilmente si vede dalle nostre parti. Penso che, essendoci soci distribuiti per tutto lo Stivale, ognuno vorrebbe che il proprio “campione” vestisse la hoop.

Quali iniziative portate avanti durante la stagione ed i programmi per la prossima stagione.

Il nostro intento attuale è di organizzare la trasferta annuale, che bagnerà il decimo anniversario del nostro gruppo e in quell’occasione vorremmo ricordare anche il 50 anniversario dei Lisbon Lions, cioè la vittoria della Coppa dei Campioni del 1967 a Lisbona, quando il Celtic sconfisse l’Inter 2 a 1. Inoltre ci ritroveremo nel caso (come successo per gli anni scorsi) in caso di finali nazionali o partite particolarmente “sentite” (in questo caso mi riferisco all’Old Firm, naturalmente…). Oltre a questo abbiamo sposato lo spirito in toto del club, fondato per aiutare i poveri dell’East End di Glasgow, e nel limite delle nostre possibilità versiamo in beneficenza annualmente una cifra che aiuta un nostro socio attivo in Thailandia, a favore delle popolazioni povere di quei luoghi.

I contatti che avete con il club ufficiale, amicizie nate con i tifosi “di casa”.

Il Celtic nei nostri confronti si è sempre dimostrato disponibile; ci ha aiutato nei momenti in cui avevamo difficoltà a reperire biglietti per le partite, facendoci accedere anche allo stadio per incontrare i calciatori come in occasione di un incontro speciale come quello avvenuto a San Siro 2 anni fa prima della gara contro l’Inter in Europa League. L’amicizia con i tifosi biancoverdi nasce in maniera spontanea, non appena diciamo di essere italiani (non emigrati o con radici scozzesi o irlandesi); molte amicizie nate per seguire una singola partita si sono trasformate in legami solidi e duraturi, anche con ex calciatori e loro familiari.

Immagino sia difficile, ma prova a metter giù un’ideale Top Ten dei giocatori che più vi rappresenta.

Beh, questa è una domanda impossibile. Ognuno di noi conserva memorie particolari di contesti e giocatori che gli sono rimasti nel cuore. Dal mio punto di vista, tolti gli undici vincitori in quel di Lisbona (che non fanno testo perché sono fuori classifica) ti segnalo quelli per cui avrei una storia particolare: Bonner, McGrain, Boyd, Aytken, Lambert, McStay, Burns, Doyle, Larsson, Dalglish, Nicholas.

Trasferte a Glasgow: i vostri luoghi preferiti, come decidete la partita da seguire, la vostra road-map per e dopo gara

La partita la decidiamo presto (stiamo valutando le date vista l’uscita del calendario della nuova stagione), per aver la possibilità di trovare voli a buon prezzo. I nostri giri sono alquanto “monotoni”: East End con i pub dei tifosi biancoverdi, e qualche buon locale del centro a Glasgow. E poi, se ci resta il tempo, assistiamo a partite di divisioni inferiori per interiorizzare il vero spirito del football scozzese fatto solo di passione.

I rapporti con tifoserie italiane di squadre inglesi/scozzesi.

Noi incarniamo lo spirito dei tifosi biancoverdi, anche se non abbiamo legami di sangue o di parentela con Scozia e Irlanda, per cui siamo in amicizia con tutti. Prova ne è l’incontro annuale che si svolge a Milano fra squadre composte da tifosi italiani che seguono club dei campionati del Regno Unito: è sempre una festa!

La rivalità con i Rangers, quanto è sentita da voi e come la vivete.

Dici bene: si tratta di rivalità, almeno per noi che la viviamo da lontano. Non possiamo paragonarla a tutto quello che si vive in Scozia e in Irlanda del Nord, ma cerchiamo di viverla intensamente, sia quando vinciamo che, soprattutto, quando ne usciamo sconfitti. In questi casi l’ironia e le pinte sono il sistema migliore per smaltire la delusione o per festeggiare alla grande!

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